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Chianti Montalbano, la Pistoia del vino

Montalbano, Mons Albanus, toponimo molto diffuso in Italia derivante dal latino albus, bianco, evidenziando il colpo d’occhio che si ha da lontano su questo monte che incornicia la piana Pistoia-Prato-Firenze, insieme all’Appennino Tosco-Emiliano. Crinale che corre dal passo di Serravalle al fiume Arno, presso la strettoia della Gonfolina nel Comune di Lastra a Signa. 

Si tratta di un vero e proprio polmone verde con vaste estensioni collinari arrotondate coltivate a viti e olivi, composto in gran parte da macigno e pietra serena, materiali che conferiscono al terreno un tipico aspetto bigio quasi biancastro. Una zona densa di boschi, cerro, pino marittimo e roverella le specie più diffuse, insieme alla macchia mediterranea. Come area enoica di qualità è conosciuta già dal Medioevo, infatti alla fine del 1200 i vescovi di Pistoia si facevano portare il vino del Montalbano alle loro mense.

Similmente a tutta la Toscana centrale anche qui si parla il linguaggio del Sangiovese, declinato come sottozona del Chianti DOCG. Un rosso sbarazzino, scorrevole, fresco e di facile beva, che dà il meglio di sé quando interpretato tutto acciaio, faticando in brillantezza nelle versioni più strutturate con lunghe maturazioni nel legno.

Il Montalbano ha due versanti, uno lucente e aperto che guarda il Mar Tirreno a ovest, come nelle zone di Vinci, Lamporecchio, Cerreto Guidi ed uno più cupo e ombreggiato a est, che domina la pianura pistoiese-pratese. Proprio da questo areale, in località Quarrata (PT) vi è un’azienda storica, la Fattoria Betti. La sede è il celebre Cantinone Baldi, in stile Liberty, datato 1903. Dal 2003 i due giovani fratelli Guido e Gherardo portano avanti la tradizione vitivinicola della famiglia. Nei venti ettari di vigneti, in terreni in prevalenza argillosi posti a 150-200 m slm si coltiva soprattutto sangiovese che insieme a canaiolo e colorino dà vita ad un Chianti Montalbano quasi dissetante per la saporosità di arancia rossa che rilascia al gusto. Vinificato in acciaio e cemento si sposa bene anche a zuppe di pesce col pomodoro, in particolare se servito sui 14/15 °C.

Fattoria Betti

Nel quarratino da segnalare Cantine Bonacchi che con il suo Rosso Badesco, dall’omonimo vigneto, ha messo un sigillo sull’idea di vino tipico del pistoiese.

Vino Badesco

 

Sempre nello stesso versante ma sponda Casalguidi, il noto imprenditore vivaistico Vannino Vannucci da qualche anno si sta cimentando nella produzione enoica, con risultati incoraggianti nella qualità, crescente anno dopo anno. I vigneti, un tempo di Tiberi, circondano lo scenografico Residence Bello Stare. Da segnalare il beverino Chianti Moreno e il più strutturato Le Vespe, sempre a base sangiovese. Piccola chicca il Petit, tutto da petit verdot in purezza.

Vini Vannucci

Rimanendo nel pistoiese ma nel Montalbano che guarda il mare, a Lamporecchio, si trova la storica Sensi Vigne e Vini che nella tenuta della Fattoria di Calappiano con il Chianti Riserva Vinciano e il supertuscan Collegonzi, dà forma ad un Sangiovese ricco e maturo, tipico di questo versante.

Vigneti Sensi

Valentino Tesi

(marzo 2024)

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